Una solidarietà dovuta quella alla famiglia Regeni.

Perché non possiamo far finta di nulla.

lo sgomento per quanto accaduto a quel giovane, uno dei nostri giovani, non può cadere nella noncuranza. Vogliamo verità e dobbiamo pretenderela dalla stato italiano, dagli inglesi e dagli egiziani. Per Giulio, per la sua famiglia, per noi, il popolo italiano.

Chi mi segue dall’esordio sa quanto mi stia a cuore la vicenda di Giulio Regeni.

I miei Hashtag sulle posizioni social ( Instagram in prevalenza) all’inizio prevedevano voci  a lui dedicate (Giulio come mio figlio – verità per Giulio Regeni). Poi i soliti odiatori hanno iniziato ad insultarmi e attaccandomi per la scarsa attinenza che potessi avere io con Giulio, a detta loro, tra sorrisi e scene di vita quotidiana.

Ho tentato di  giustificare il fatto che se ognuno di noi sui propri social avesse “l’obbligo ” di dedicare una voce per una causa giusta, a prescindere dal contenuto della foto, la mia era quella di Giulio e dei suoi genitori. Saremmo un esercito con una gran voce  e sappiamo quanto peso abbiano i socia, oggi. Ho desistito a malincuore. Per evitare polemiche e sciacallaggi proprio su una questione a me cara.

Mi sono sempre sentita vicina, pur nella lontananza, a questa famiglia perché come madre mi sono immedesimata. Ho provato e provo dolore. Ho pensato alla morte e alle torture di un figlio, subite ingiustamente. Ho sentito quelle fitte che trafiggono l’utero, quelle che provano le madri quando solo pensano ai propri figli in condizioni di dolore.

Penso sempre a questa madre, a questo padre e ai giorni che verranno vuoti del loro Giulio.

Ho vergogna dello stato italiano e della scarsa influenza e determinazione che ha avuto in questa vicenda. Troppi tiepidi intenti, finiti nel nulla. Boicotto l’Egitto da allora e detesto chi sceglie al momento questa meta turistica.

Oggi lo sfregio più grande, l’attivista DONNA (in un carcere al Cairo !!!). Possiamo solo immaginare le condizioni di detenzione di una donna in quei luoghi?

Moglie dell’avvocato che coadiuva le indagini , intervenuta in Egitto per aiutare una famiglia che chiede verità , nella quasi assenza dello stato,  è stata arrestata e rischierebbe  la pena di morte. Arrestati anche il marito e al figlio di 3 anni.

Un ulteriore  atto mirato a colpire la famiglia Regeni, che a questo punto non è lontana dalla verità.

Paola la mamma di Giulio promuove da ieri  il  digiuno in staffetta. Tutti siamo chiamati a reagire simbolicamente a questa nuova resistenza degli egiziani.

Nessuno verificherà, se non la nostra coscienza e motivazione, moralmente, io ci sarò e ottempererò.

Comincio oggi e lo farò per 24 ore. Poi si vedrà. Berrò solamente. Aggiungerò l’ hastag #amalfathylibera  e iscriverò il mio nome nel profilo fb “Giulio siamo noi”

E voi?

#paoladeffendi #amalfathy #vertitapergiulioregeni

#egitto #giuliosiamonoi #rossotibet #amandadeni

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