Per chi mi segue in instagram QUI (amandadeni) ha già contezza di questo post .
La castagnata? La Ottempero con l’asta #autunnoinzucca. Lo state usando l’hastag? ogni venerdì sceglierò tra le foto più belle da riportare sul mio profilo.Non essenzialmente con le zucche ma è inteso per le lovers e le addicted di questa stagione!… e mi sa che siamo in molte. O sbaglio?

Castagne raccolte! Anche comprate a dire il vero, a prezzi esorbitanti, perché quelle raccolte erano un po’ piccine. Le ho cotte al forno (40 minuti a 200 gradi, con il taglio orizzontale). Aspetto di cuocerle sul fuoco, quello vero, quando le sbucci ti sporchi le dita e la punta del naso, e il sapore ti traghetto verso il paradiso.
Il taglio netto con il coltello del nonno-era un rituale cosi come la metodicità della cottura, inalterata nel tempo, affinata. Il fuoco acceso in giardino in un vecchio bollitore, a contenimento della fiamma, uno sgabello di legno poco rialzato dal terreno, sul quale il nonno si sedeva a ginocchia alte, la giacca -vestiva sempre con la giacca-, la sciarpa di lana scozzese e il Basko di lana blu notte, sulla testa pelata, incorniciata dalla chioma “taglio frate” color argento.
Che ci fosse sole o nebbia tutti i giorni era dedito alla cottura. La padella con i fori, oramai arrugginita dalla fiamma, e dal tempo, Il caldo che sprigiona il falò e avvampava sulla faccia e poi lo scoppiettio del frutto autunnale per antonomasia. Il rumore nitido“striscioso” (lo propongo all’accademia della crusca mi sa che non esiste, o esiste? ) – delle castagne sul ferro perché non bruciassero. Nell’aria affumicata si percepiva profumo intenso e penetrante delle Caldarroste.
Calde e fumanti, le metteva in un panno e poi le sbucciava, una ad una ad una – ve lo avrò già raccontato-le metteva in un sacchetto di carta avvolto da un panno e da una film di plastica, lo ha fatto quando ero piccola, così da adulta e anche per i miei ragazzi .
Veniva con noi a raccoglierle finché le gambe troppo stanche hanno prevalso sulla mente e gli hanno impedito di essere lì ancora, con noi, chino sulla schiena tra i ricci e le gozzoviglie dei ragazzi.
L’abitudine ha retto ancora per poco. Abbiamo smesso, Le compravamo e il nonno le cucinava come sempre. Nel 2015 il nonno è morto aveva quasi 104 anni (guai a voi se mi dite la sua vita se l’era fatta) quando si ama seppur razionalmente, non si è mai pronti all’addio.
Ho ripreso ad andar “per castagne”con Deborah, una sorella anche se son figlia unica, due anni in più di me e una storia che ci lega da sempre. Siamo andate nel bosco con la guardia del corpo: Riccardo.

Poi, caffè Vergnano e un pomeriggio magico, sino al rientro a casa- Mirea stava per andare al creatore- fortunatamente è ancora qui! Ma questa è un’altra storia
le foto sono di proprietà di Rosso Tibet di amanda Deni, soggette a copyright , condividere con credito