Olga Tokarczuk e il Nobel, sono soddisfazioni!
Olga vince il premio Nobel per la letteratura. Lo sapevo che la Tokarczuk si sarebbe imposta. A Marzo quando una manciata di persone- avveduti- si sono recati alla libreria Verso di Milano- Io l’ho intervistata in via esclusiva. Pressoché sconosciuta in Italia è la scrittrice contemporanea più in vista del suo paese, ho letto di lei, ho scoperto la sua scrittura noir con la sapienza che fa sorridere anche gli inglesi e ho osato! Che dire sono emozionata da morire! Mi stimo e mi incoraggio !!! Riprendo qui i passaggi sostanziali dell’intervista.
A Marzo sono arrivata a Milano nella “piccola” libreria Verso per incontrare Olga Tokarczuk la vincitrice del premio Nobel. Un ambiente suggestivo sin dall’esterno, romantico, tra libri e salottini da lettura, si respira cultura e non manca un grazioso angolo bar.
Incontro Olga in procinto della presentazione del suo libro, qui in Italia, parla inglese e polacco e tenta qualche parola in italiano. Mi colpiscono da subito il buon gusto nel vestire, un verde che fa tanto moda è il suo colore basico. Intona e risalta non solo la copertina del libro ma anche i suoi occhi grigio verdi, profondi e scrutatori. I capelli sono un misto confortante e trasgressivo raccolti in una crocchia rasta nero corvino. E’ esile, piccina e dinamica. Le allungo uno scarno mazzolino di narcisi, ci tenevo li avesse. Li ho colti nel mio giardino, ne sono gelosissima, ma per Olga non ho esitato un attimo. Li ho avvolti in un nastro rosa pallido, di seta. lo ha gradito (spero), conteneva diverse qualità di narcisi, i classici a corolla aranciata, i Bridal Crown i miei preferiti, con i fiori multipli e i Replete a multipetalo. Mi intimidisce essere al cospetto di un numero uno della letteratura ed avere anche i problemi di lingua. C’e però Hanna la traduttrice che viene in soccorso.
Olga Tokarczuk (si pronuncia Tocàrciuk) è la più grande scrittrice polacca vincitrice del Nobel
La scrittrice giunta dalla Polonia, dopo due giorni di viaggio, in auto perché ama e rispetta i ritmi lenti, presenta una sua scrittura solida e fluida che rispecchia il suo ecletticismo coltivato con dedizione. Appassionata della natura, costellazioni, geografia e anatomia approfondisce ogni argomento con studi specifici. Trasferisce nella scrittura, briosa, elementi folkloristici in un clima noir e di ricercata ironia – anche gli inglesi l’hanno apprezzata.
Sin da piccola Olga desiderava essere in movimento.
Uno spirito-guida in “I vagabondi” ci conduce attraverso le esistenze di uomini e donne fuori dell’ordinario. Uno dei racconti vede la sorella di Chopin, che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia, per poterlo seppellire a casa; L’anatomista olandese scopritore del tendine di Achille che usa il proprio corpo come terreno di ricerca;
I membri di una setta di camminanti, viandanti, continuamente in moto per paura della stanzialità che possa facilitare all’Anticristo, chi si ferma «si fa di pietra»
Tokarczuk osserva : “Il nomadismo che fa parte di noi, ci rende vivi. Il cambiamento è sempre più nobile della stabilità”. Ho scritto senza seguire una struttura lineare, cercando sottili anelli di congiunzione fra un racconto e l’altrocome una rete”.
Il lettore potrà accedere alla complessità della trama con estrema naturalezza e far propri gli insegnamenti .
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