Decido di onorarlo così questo giorno, l’8 marzo. La Festa Della Donna. Giorno simbolico, che sia l’infinito di tutti i giorni. Liberi tutti, nel volerlo festeggiare nel migliore o peggiore dei modi. Senza toni inquisitori per chi lo rende goliardico, o di estremo rispetto, dovuto, per chi ne attribuisce il vero significato. Oggi forse abbiamo una coscienza labile e confusa spesso siamo patetici figuranti del teatrino della vita. Inamovibili perché viviamo e procediamo per diritti acquisiti, che non sono scontati e nemmeno eterni. Nelle pieghe di questo incedere frastornato mi trovo a riflettere su chi il femminismo lo vive.

“Siamo a una tappa primaria del femminismo per questo siamo ancora pieni di idee rivoluzionarie. Ho capito che i diritti conquistati dalle donne, per ora solo in occidente non sono universali e a atemporali, ma limitati nel tempo e nello spazio”. Parla così la grande scrittrice polacca Olga Tokarczuk  sulla condizione delle donna in Polonia. Noi occidentali spesso però diamo tutto per scontato e dimentichiamo il mal tolto e le lotte di chi ha permesso a noi “moderne” occidentali di dormire sugli allori. 

Tokarczuk crede nella forza della prosa, ama l’anatomia, è di formazione psicologa discepola di Jung. Ha 57 anni ma potrebbe mostrarne 40,  occhi verdi, vincitrice del Man Booker Internazional Prize per i Vagabondi ( Bombiani) il più prestigioso premio letterario dopo il Nobel. Vive a Breslavia è un’attivista di sinistra e ovviamente femminista. Riconosce la sua grande fortuna di far coincidere il mestiere con l’hobby, rivendicando però il suo talento. Mi ha colpito una passaggio dell’intervista a cui – tanto scontato pensiero- non ci ero mai arrivata. Qual è il mezzo di trasposto più fragile tutti? ” il corpo è con quello che si viaggia non con la mente”.

Olga, nell’intervista concessa a D di Repubblica a cura di Wlodek Goldkom prosegue:  “Ai tempi, ma anche oggi,  gli organi sessuali femminili raramente erano raccontati, chiamati per nome. Perfino gli scienziati erano disonesti quando ne parlavano. Confesso: quando scrivo mi capitano momenti  in cui voglio rivendicare certi torti, inscenare piccole rivolte; e questo era uno di quei momenti”. Riflette: ”Hai mai pensato quanto, nei romanzi, si parli del cuore e quanto poco del sesso femminile?” E così che si arriva al femminismo; il motore delle proteste contro il potere populista e nazionalista oggi in Polonia sono le donne :”Sono equivalente di quello che era il proletariato per Marx. Sono il soggetto della rivoluzione qui in Polonia. 

Noi occidentali dobbiamo solo ricordare, rispettare e perseverare. Auguri a noi donne.


I vagabondi 

 Bompiani

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2 Commenti

  1. Paolo Lusuriello Reply

    Un bellissimo spaccato del mondo delle donne, vista da una blogger eccezionale

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