Riceve l’internazionale Man Booker Prize 2018 per ” I Nomadi ” tradotto da Bompiani. L’ho intervistata

Sono arrivata a Milano nella “piccola” libreria Verso. Un ambiente suggestivo sin dall’esterno, romantico, tra libri e salottini da lettura, si respira cultura e non manca un grazioso angolo bar.
Incontro Olga in procinto della presentazione del suo libro, qui in Italia, parla inglese e polacco e tenta qualche parola in italiano. Mi colpiscono da subito il buon gusto nel vestire, un verde che fa tanto moda è il suo colore basico. Intona e risalta non solo la copertina del libro ma anche i suoi occhi grigio verdi, profondi e scrutatori. I capelli sono un misto confortante e trasgressivo raccolti in una crocchia rasta nero corvino. E’ esile, piccina e dinamica. Le allungo uno scarno mazzolino di narcisi, ci tenevo li avesse. Li ho colti nel mio giardino, ne sono gelosissima, ma per Olga non ho esitato un attimo. Li ho avvolti in un nastro rosa pallido, di seta. lo ha gradito (spero), conteneva diverse qualità di narcisi, i classici a corolla aranciata, i Bridal Crown i miei preferiti, con i fiori multipli e i Replete a multipetalo. Mi intimidisce essere al cospetto di un numero uno della letteratura ed avere anche i problemi di lingua. C’e però Hanna la traduttrice che viene in soccorso.

E’ stata una giuria di cinque membri, presieduta dalla scrittrice Lisa Appignanesi, a conferire all’autrice polacca – preferita ad altri 107 candidati – l’ambito premio. 

Nella motivazione sono messe in evidenza alcune delle principali qualità di Olga Tokarczuk, tra cui “il meraviglioso umorismo, l’immaginazione e il brio letterario”. L’ho intervistata.

Dopo il Nobel viene Lui, l’International Man Booker Prize, per gli scrittori in lingua inglese

Olga Tokarczuk (si pronuncia Tocàrciuk) è la più grande scrittrice polacca. Beguni -il titolo originale-è stato presentato a Milano dopo la tappa di Roma, nelle date italiane.

I Vagabondi‘, è il titolo italiano del romanzo con cui la scrittrice ha vinto il Man Booker Prize 2018 (edito da BOMPIANI, PP. 384, 20,00 EURO) è un racconto di viaggi nel tempo, nello spazio e nell’anatomia umana.

La scrittrice giunta dalla Polonia, dopo due giorni di viaggio, in auto perché ama e rispetta i ritmi lenti, presenta una sua scrittura solida e fluida che rispecchia il suo ecletticismo coltivato con dedizione. Appassionata della natura, costellazioni, geografia e anatomia approfondisce ogni argomento con studi specifici. Trasferisce nella scrittura, briosa, elementi folkloristici in un clima noir e di ricercata ironia – anche gli inglesi l’hanno apprezzata. 

Sin da piccola Olga desiderava essere in movimento.

Uno spirito-guida in “I vagabondi” ci conduce attraverso le esistenze di uomini e donne fuori dell’ordinario. Uno dei racconti vede la sorella di Chopin, che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia, per poterlo seppellire a casa; L’anatomista olandese scopritore del tendine di Achille che usa il proprio corpo come terreno di ricerca;

I membri di una setta di camminanti, viandanti, continuamente in moto per paura della stanzialità che possa facilitare all’Anticristo,  chi si ferma «si fa di pietra».

Tokarczuk osserva : “Il nomadismo che fa parte di noi, ci rende vivi. Il cambiamento è sempre più nobile della stabilità”. Ho scritto senza seguire una struttura lineare, cercando sottili anelli di congiunzione fra un racconto e l’altrocome una rete”. 

Il lettore potrà  accedere alla complessità della trama con estrema naturalezza e far propri gli insegnamenti .

Conclude: “Oggi scriverei un libro molto più cupo di quanto già non sia e parlerei di immigrazione”. L’opera originariamente fu pubblicata in patria, nel 2007,  all’inizio dell’era della globalizzazione.

Condividi

7 Commenti

  1. Grazie Amanda per l’articolo e l’intervista 🙂 Hai colto in pieno il suo spirito di donna e di scrittrice. La leggo ormai da tantissimi anni, da quando durante un’esercitazione in aula all’università mi capitò fra le mani un suo racconto. Mi innamorai subito della sua scrittura e negli ultimi 15 anni ho fatto di tutto perché la si conoscesse anche in Italia. Forse siamo sulla strada giusta 😉
    Un caro saluto da Torino
    P.S. Bel blog, mi piace 😉

  2. Paolo Lusuriello Reply

    Ho conosciuto questa scrittrice a Milano, è fantastica e penso che si parlerà di lei in futuro.

  3. Alessandro Reply

    Sicuramente una figura eclettica, per certi versi emblematica,introversa che, credo, porti dentro di sé ancora i retaggi di una cultura di origine non ancora al passo con i tempi, per cui ama “viaggiare con i piedi per terra” come lei stessa sostiene, forse perché gli strumenti tecnologici di un viaggiare rapido e moderno non sono ancora stati metabolizzati completamente da una società, la sua, ancora ferma al passato. Ad ogni modo, è una personalità affascinante per cultura e vastità di vedute, oltre che culturali.

    • grazie Alessandro sempre attento e preparato su tutto… dovrò affidarti qualche rubrica… un abbraccio

    • Mi spiace sempre un po’ sentire parlare della Polonia e della cultura polacca come una cultura non ancora al passo con i tempi. È una visione un po’ distorta della realtà… La Polonia è un paese a tutti gli effetti europeo, moderno e culturalmente frizzante. Olga non ama viaggiare in aereo per motivi personali (un po’ di paura) ed ecologici (è molto attenta e attiva in questo campo). La società polacca non è ferma al passato, vi invito a visitare questo paese che ha molto da offrire anche in termini turistici. Sono certa che ne rimarrete stupiti 🙂

Lascia un commento