L’autunno dai mille colori quello in cui hai voglia di accendere il camino e preparare le caldarroste .

Il sapore delle castagne che pervade le stanze è qualcosa di unico che mi trascina indietro nel tempo non troppo lontano quando il nonno cucinava i marroni accendendo il falò nel giardino. La legna era quella recuperata dalla potatura degli alberi, preparava delle fascine che avvolgeva con la carta dei quotidiani letti e riletti sulla sua poltrona, mentre ci aspettava. C’era il rituale che si rinnovava ad ogni inizio stagione, si programmava l’uscita nel bosco scegliendo quello che con più castagni poteva regalare un buon raccolto per prolungare “la castagnata” anche per i mesi che sfioravano l’inverno. Conoscevamo gli alberi che avevano i frutti più grandi, andavo da piccola e sono tornata con i miei figli, negli anni a venire. Una volta ci siamo persi e il mio Stefano ancora piccino, ci portò fuori da quel bosco mettendo in pratica ciò che il nonno gli aveva detto in uno dei suoi racconti: “Stefano guarda il sole , quando entri nel bosco, per uscire vai nel senso opposto “ .

Noi sprovveduti non avevamo preso i  riferimenti, il “piccolino” a poco più di cinque anni,  invece, oltre a guardare il  sole, aveva tracciato il sentiero come Hansel nella fiaba dei Grimm.

Poi il nonno troppo vecchio e noi troppo pigri senza di lui abbiamo sospeso quel magico rituale, che mi manca da morire!!!

 Le castagne le abbiamo acquistate nei mercati, ogni anno e lui puntualmente le ha cucinate . Aveva un modo particolare di prepararle con tutto il suo amore per noi, cucinate in padella traforata, cotte al punto giusto, abrustolite quanto basta e sbucciate con tanta scrupolosità. Le riponeva in un sacchetto di carta per alimenti, quasi sempre riciclato  e le copriva con un panno fino al nostro ritorno quando la festa era assicurata e nel giro di pochi attimi il sacchetto svuotato.  Mi manca il sapore mai più provato di quei momenti.

Amo i ritmi lenti del week end dove la mente trova spazio per divagare, ricordare, sfogliare un giornale, leggere un libro, avere idee creative. Anche improvvisate.

Così come accade in una giornata qualunque con il sole ancora caldo che  all’ ora del tramonto si infrange sugli aceri della piazza. Tra un po’ saranno in esplosione di colori tra foglie che tentano di rimanere sugli alberi e quelle che che creano un manto infuocato a terra. Da quando abito qui è una costante, raccolgo le foglie cadute o quelle che hanno finito il loro ciclo, le scelgo minuziosamente, come se fossero uniche ed irripetibili. Mi invento qualcosa per creare qualche “scatto ” originale  e quest’anno ho voluto giocare con zucche ornamentali, gli ultimi fiorellini del giardino e le castagne ( comperate ).

I Love my work . Il mio autunno prosegue…

 

Condividi

Lascia un commento