Per chi mi segue in Instagram ( amandadeni) questo post e queste foto le avete viste lì:

Il valore che do al riso è quello che ha ben in mente da dove proviene, di quali e quante cure necessita perché arrivi a maturazione. Un tempo erano le mondine dalla semina, passando alla monda, al trapianto, fino alla mietitura. Oggi la trebbiatrice svolge quell’ ingrato compito,  che un tempo muoveva le masse nei luoghi agricoli e movimentava la vita di campagna. Il fascino della terra lavorata, l’inondazione dei terreni a canali colmi di acqua, e poi l’affiorare dei germogli,  sino alle distese di oro a perdita d’occhio, dei frutti. È periodo di mietitura e io sono nel pieno della  cucina di stagione. Un buon Carnaroli della mia terra, con funghi porcini freschi, acquistati, perché non sono in grado di essere autonoma nella ricerca e nelle competenze micologiche. Risottino ai funghi, tostato al punto giusto, sfumato al punto giusto, insaporito al punto giusto e mangiato al momento giusto! 

Io uso come unità di misura il mio pugno: semi aperto per dosare il riso. Due pugni a testa per il risotto, un pugno per le minestre.

Ho soffritto la cipolla tritata finemente, nella mia nuova casseruola, la risottiera di Esselunga con un spicchio di aglio intero, una tostatura e una sfumata di vino sul carnaroli e fino a cottura ultimata, l’aggiunta di brodo di verdure: ho mantecato con una noce di burro e una generosa quantità di Parmigiano Reggiano mantecatura costante. Ho aggiunto i funghi, i porcini.

Quanti di voi hanno mai visto o toccato una piantina di riso? Quanti si sono fermati a pensare al  ciclo delle colture? E soprattutto voi sareste in grado di riconoscere un porcino? Io temo che dovrò sempre acquistarli o qualcuno che mi porti e mi insegni?! Nelle foto oltre il risotto ci sono le fasi di trapianto ed io che scimiotto la mietitura a mano, come la mia nonna.

le foto sono di proprietà di Rosso Tibet di Amanda Deni , soggette a copyright

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